The research units are identified by two superposed bands of ribbon windows: large crystal-clear expanses of glazing devoid of external accessories, which emphasise the special character of the building in its context, and harmonise with its intended use. These continuous windows extend to the central, tripleheight atrium, which constitutes the main architectural idea of the design. This space constitutes the building entrance, a connecting element between the two blocks, a horizontal and vertical circulation crossroads, and above all a meeting area.

Le unità di ricerca sono identificate da due fasce sovrapposte di finestre a nastro: ampie vetrate cristalline prive di accessori esterni, che sottolineano la particolarità dell’edificio nel suo contesto e si armonizzano con la sua destinazione d’uso. Queste finestre continue si estendono fino all’atrio centrale a tripla altezza, che rappresenta il nucleo architettonico principale del progetto. Questo spazio costituisce l’ingresso dell’edificio, un elemento di collegamento tra i due blocchi, un incrocio di circolazione orizzontale e verticale e soprattutto uno spazio di incontro.

The bulky technological apparatus is located on each floor in courtyards that act as the “dorsal spine” of the building. This optimises the connection between the machinery and the laboratories, limits the height of the structure, and transforms the roof, which is easily visible from the adjacent buildings, into a fifth facade. The work was made more challenging by the proposal to include a photovoltaic system on the building’s roof.

L’ingombrante apparato tecnologico è collocato su ogni piano in cortili che fungono da “spina dorsale” dell’edificio. Questo ottimizza il collegamento tra i macchinari e i laboratori, limita l’altezza della struttura e trasforma la copertura, facilmente visibile dagli edifici adiacenti, in una quinta facciata. Il progetto è stato reso ancora più ambizioso dalla proposta di inserire un impianto fotovoltaico sul tetto dell’edificio.